Valichi: Federcaccia chiede una riforma alla 157 per un’anomalia tutta italiana

Torniamo sulla questione legata ai valichi montani e alla caccia in quelle zone. A febbraio il Tar di Milano accolse il ricorso della Lac, provvedendo alla chiusura all’attività venatoria in Regione Lombardia di 42 valichi, dando compito ad Ispra e in questo caso a Piero Genovesi, responsabile del servizio per il coordinamento della fauna selvatica, di individuare in modo scientifico quali siano da considerare valichi. Si è fatta sentire anche Federcaccia Lombardia, che nel corso dei mesi ha seguito lo sviluppo dell’iter legato alla materia da vicino: da parte del Presidente regionale Marco Bruni c’è un nuovo appello ai politici ad intervenire sulla legge 157 del 1992. “Dei 42 valichi, in 19 è chiusa la caccia, gli altri andranno valutati con uno studio apposito e qualora risultassero valichi andranno chiusi in 24 mesi -sono le parole di Marco Bruni-. Il lavoro è stato svolto con finalità anti venatorie: ci sembra particolare che vengano colpiti i valichi dove si pratica l’attività venatoria. Chiediamo una modifica alla legge quadro della caccia che vada a togliere l’istituto del valico, un’originalità tutta all’italiana”. Il messaggio lanciato dall’associazione venatoria è chiaro: applicare anche in Italia la stessa normativa europea. “La Comunità Europea che tante volte viene richiamata e ci impone determinate scelte, come quella del piombo -ha concluso Bruni-, non prevede l’istituto del valico, ma all’interno delle direttive habitat ci sono le Zps e i Sic per la protezione dell’avifuana. Se poi pensiamo che all’interno dei valichi la normativa italiana non prevede alcuna forma d caccia, pensiamo a quanto sta succedendo in 4 valichi della provincia di Pavia, dove la caccia di selezione è vietata in una zona funestata dalla Peste suina africana”.

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