Sentenza valichi: Federcaccia annuncia battaglia

La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Milano, emessa venerdì scorso, ha scosso profondamente il mondo venatorio lombardo. Il dispositivo ha decretato l’inibizione totale della caccia in ben 475 valichi della regione, una decisione che Federcaccia definisce “inaccettabile” e “sproporzionata”.

La decisione del TAR appare particolarmente critica per Federcaccia, in quanto si basa su un criterio che lega l’individuazione di un valico, e quindi la conseguente chiusura alla caccia alla semplice presenza di un capanno di caccia in un’area di 25 chilometri quadrati (un quadrato di 5×5 km).

Federcaccia denuncia un “danno enorme” a un patrimonio culturale, a una modalità di gestione del territorio e a tradizioni radicate. L’associazione critica l’operato dei politici regionali, accusandoli di concentrarsi su questioni minori come deroghe, anellini e riapertura di roccoli, trascurando il problema principale che ora impedisce ai cacciatori di frequentare i propri appostamenti, di cacciare beccacce, di effettuare la caccia di selezione, il prelievo del cinghiale e la caccia alla lepre con i segugi.

“Questa cosa è scandalosa” tuona Federcaccia, annunciando un’immediata azione legale in collaborazione con il proprio ufficio nazionale. L’associazione invita i cacciatori alla calma e alla riflessione, assicurando che si troverà una soluzione a questa difficile situazione.

Particolarmente duro è il giudizio sull’operato di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che avrebbe basato la propria relazione, determinante per la decisione del TAR, su criteri ritenuti “follia” e privi di dati scientifici sulle reali rotte migratorie. Federcaccia contesta l’equazione “presenza di un capanno = valico”, sottolineando le conseguenze negative per la gestione di specie problematiche come cinghiali e la prevenzione della Peste Suina Africana (PSA), oltre ai danni all’agricoltura montana.

Nonostante il poco tempo a disposizione e la prospettiva di una riforma della legge 157 prevista non prima della fine dell’anno, Federcaccia si dichiara determinata a trovare un’ “altra strada” per tutelare i diritti dei cacciatori e le proprie tradizioni, promettendo di “vincere anche questa volta”. L’associazione, pur avendo già un’idea sulla strategia da adottare, preferisce al momento non divulgarla per non avvantaggiare gli “avversari”.