Il comunicato dell’Assessore Fabio Rolfi sul via della stagione venatoria 2020-2021
“La Regione Lombardia anche quest’anno ha messo in campo una serie di interventi volti a tutelare una attività ambientale fondamentale di presidio dell’ecosistema, oltre che di una passione millenaria che coinvolge 54mila Lombardi. Stiamo riducendo la burocrazia e combattendo contro gli stereotipi e le fake news diffusi da una certa stampa e dagli estremisti animalisti per screditare i cacciatori. Abbiamo ottenuto alcune deroghe da Ispra, come quella su storni e piccioni, abbiamo istituito l’osservatorio faunistico regionale per raccogliere dati scientifici e abbiamo stipulato accordi di sistema per valorizzare la filiera della carne di selvaggina e dare un valore economico alla nostra attività. Anche quest’anno sono previste due giornate integrative per la caccia migratoria d’appostamento a Brescia e Bergamo dal 1 ottobre al 21 novembre. Siamo inoltre in attesa della sentenza del Tar riguardante la cattura dei richiami vivi in bas alla quale poi decideremo che azioni intraprendere”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi in occasione dell’apertura generale della stagione venatoria 2020/21.
Si inizia domenica 20 settembre, la chiusura generale sarà il 31 gennaio 2021. Uniche eccezioni: la preapertura che si è svolta in ATC Unico di Brescia ai primi di settembre per alcune mezze giornate, solo nella forma di caccia da appostamento e solo per 4 specie di corvidi; il posticipo della chiusura al 10 febbraio 2021, previsto in due ATC della provincia di Pavia, per le 4 specie di corvidi e, in un solo dei due ATC, anche per il colombaccio. La caccia di selezione agli ungulati (capriolo, cervo, camoscio, muflone e cinghiale) segue regole differenti e pertanto si svolge in periodi differenti, anche nel corso dell’anno, a seconda delle specie e dei territori, sulla base di piani di prelievo definiti per sesso e classi di età degli animali da prelevare, su parere favorevole di Ispra. le cacce collettive al cinghiale (braccata, girata e battuta), cioè con squadre di cacciatori e cani da seguita, si svolgeranno, come da normativa vigente, dal 1° ottobre al 31 dicembre oppure dal 1° novembre al 31 gennaio, a seconda dei territori.
Il territorio agro-silvo-pastorale complessivo in Lombardia è pari a circa 1.967.000 ettari (circa 797.000 ha in zona Alpi e circa 1.170.000 ha fuori zona Alpi, cioè aree collinari e di pianura). Rispetto al TASP complessivo, circa 530.207 ettari sono destinati a protezione e tutela della fauna selvatica (parchi e riserve naturali, oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura, fondi chiusi), pertanto a divieto di caccia, mentre su circa 1.437.133 può essere praticato l’esercizio venatorio. La provincia con maggior superficie agro-silvo-pastorale complessiva è quella di Brescia, con circa 422.000 ha, mentre quella con la minor superficie agro-silvo-pastorale è quella di Monza, con circa 17.300 ha.
La caccia in Lombardia si svolge su complessivi 55 territori a gestione programmata della caccia, suddivisi in 24 comprensori alpini (CA), ivi inclusi i 5 istituiti in provincia di Sondrio e 31 ambiti territoriali di caccia (ATC). A essi, vanno aggiunte le aziende faunistico-venatorie (AFV) e le aziende agri-turistico-venatorie (AATV), definiti istituti privati di caccia.
Per l’esercizio venatorio nei CA e negli ATC, il cacciatore deve essere iscritto e versare una quota annuale di adesione, variabile a seconda della forma di caccia in via esclusiva prescelta (appostamento fisso, o vagante in zona Alpi, o vagante nel restante territorio ossia fuori dalla zona Alpi). Per l’esercizio della caccia vagante in zona Alpi, occorre inoltre essere in possesso di specifica abilitazione. I territori a caccia programmata di maggior superficie sono l’ATC della Pianura Milanese (MI), l’ATC Unico (BS) e il CA Prealpi Bergamasche (BG).
Nella stagione venatoria 2019/20, negli ATC e CA della Lombardia hanno esercitato complessivamente 56.652 cacciatori, suddivisi tra 16.318 che hanno cacciato in zona Alpi (nei CA) e 40.334 che hanno cacciato fuori zona Alpi (negli ATC). In questi totali, sono inclusi anche i cacciatori non residenti in Lombardia, ma iscritti ad ATC/CA lombardi. Ovviamente, anche i cacciatori lombardi possono cacciare fuori regione, a condizione di essere ammessi in ATC/CA extra-regionali.
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