In corsia ai tempi del Covid 19: il pensiero del cacciatore e coordinatore al San Gerardo di Monza Luca Amedeo Meani

In corsia ai tempi del Covid 19: il pensiero del cacciatore e coordinatore al San Gerardo di Monza Luca Amedeo Meani

Una testimonianza che tocca il cuore, che ci rende ancor più fieri di essere una grande famiglia. Federcaccia Lombardia vuole riportare la testimonianza di Luca Amedeo Meani, Presidente della Sezione Comunale FIDC di Vimercate, la passione di una vita: quella di tutti i giorni la passa invece tra le corsie dell’ Ospedale San Gerardo di Monza, come coordinatore Chirurgia seconda, urologia, Week surgery, oggi convertite in unità operative Covid 19 all’ ASST di Monza.

E’ un ritratto della condizione degli operatori sanitari in questi giorni, dei pazienti colpiti dalla malattia e una riflessione su come potrà essere il mondo una volta uscito da questa crisi, anche il nostro mondo venatorio.

Cari amici cacciatori, le Unità operative da me coordinate all’Ospedale San Gerardo di Monza sono state convertite in Unità COVID 19. Questo fatto di per se stesso sta a significare che stiamo vivendo momenti drammatici e unici per noi e la Nostra Nazione e sono certo che nessuno possa oggi dire di non essersi accorto di quanto sta accadendo intorno a noi. E’ certo però che l’Italia quando avrà la fortuna di uscire da questo drammatico momento sarà composta da persone che avranno sulle spalle un trauma talmente grande, da far si che il passato risulti un tempo ormai molto lontano da tutti noi.

Vedete, oggi, io così come tanti e tanti altri colleghi ci troviamo ad incontrare la morte tutti i giorni, tuttavia non è la morte che ci spventa, ma è l’essere consapevoli che potrà accadere anche a noi, ma cosa?

Il dover morire quasi improvvisamente, senza avere il conforto di alcuno, se non di operatori sanitari , che in mezzo al turbinio e all’incessante richiesta di aiuto di altri nostri simili, riescano a trovare il tempo per stringere la mano ai fratelli che stanno partendo e magari ci possano accompagnare con almeno il segno della croce o qualsiasi altro conforto religioso se non si è Cristiani o Cattolici.

Vi sto scrivendo in un momento in cui sono riuscito a bere un bicchiere d’acqua, prima di riniziare il percorso che in questo periodo di quaresima, ci ricorda quello che nostro Signore ha concluso sul monte Calvario. Vedete, anche le loro famiglie, spesso perdono le tracce perchè vengono separate da subito dai loro cari allorquando gli stessi vengono ricoverati. Le notizie ai famigliari, che spesso sono in quarantena perchè sono stati a contatto con i nostri fratelli ricoverati, vengono fornite al telefono, quindi coloro che vengono isolati sono consapevoli che non vedranno la famiglia, almeno fino a quando non saranno dimessi. A volte però, così come potete assumere dai dati che il bollettino quotidiano della Protezione civile ci fornisce, alcuni possono non farcela e mentre sono ancora consapevoli, si disperano, perchè improvvisamente qualcosa gli sta togliendo la vita lontano dai propri affetti e dai propri cari. Purtroppo in Italia la percentuale di chi oggi non riesce a farcela è molto alta, circa il 10%.

Non vi dico altro, ma spero che questa testimonianza, e vi assicuro che il minimo che ho descritto mi sta cambiando profondamente la vita anche se oggi sono 38, gli anni che ho vissuto e vivo cercando di aiutare gli altri ad affrontare la sofferenza, vi ispiri, in qualche modo a riflettere sul seguente argomento.

Anche se tutti i nostri amici cacciatori e nostri simpatizzanti, riuscissero a raggiungere la terra ferma, indenni perchè non soffocati da questo guado insidioso, sicuramente molti di loro saranno gravati dal metabolizzare le complesse situazioni famigliari, esito di un momento unico e terribile, che verranno ad essere accettate solo dopo molto tempo, ma saranno visibili alla pari di cicatrici così evidenti da non poter mai più essere ignorate.

Per questo motivo, penso che dovremo prepararci ad una situazione post Corona-Virus, così diversa da quella che ci appariva prima, che se ben ricordo, già ci sembrava in declino. Quindi Vi prego, al fine di affrontare meglio una situazione che ad oggi ci sembra lontana a venire ed ignota, cerchiamo di unire le nostre forze per far si che la nostra passione sia rilanciata in positivo, magari cercando di  evitare dispute inutili che ci distolgono  da ciò che sarà veramente necessario mettere in capo in un prossimo futuro.

Personalmente penso che sarà molto utile adottare soluzioni che agevolino i nostri amici cacciatori nel riprendere l’attività venatoria, magari potremmo suggerire come FIDC alla Regione, modalità che siano incentivanti verso chi, per le conseguenze di quanto sta accadendo, dia una priorità bassa alla sua passione venatoria.

In fondo ho visto che l’assessore Rolfi e la Regione stessa, in questo periodo stanno affrontando appunto il problema, derogando le date obbligatorie per la legge della Regione Lombardia n 26 del 1993, in materia di riconsegna dei tesserini venatori, delle domande da consegnare per l’ammissione agli ambiti territoriali di caccia e comprensori Alpini e di altre incombenze necessarie per legge, tutto questo al fine di limitare la circolazione degli individui, che  ricordo a tutti,  azione importantissima per limitare la diffusione dell’infezione. Mi auspico però, possano essere azioni che nascano da una vera intenzione che trae origine dalle necessità e le difficoltà attuali di tutti coloro che amano il nostro mondo, ma che vi ricordo, vivono in un’età media di tutto rispetto.

Detto questo vi saluto e riprendo l’attività che anche oggi, al momento, non può conoscere l’orario di ritorno a casa.

Vi chiedo ancora scusa per la mia lunga riflessione

Un abbraccio a tutti

Luca Amedeo Meani

Presidente Sezione Comunale FIDC di Vimercate

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