Convegno sulla Peste suina africa: chiesto l’ampliamento del periodo di caccia in braccata

Un incontro voluto da Federcaccia Piemonte con Federcaccia Lombardia e Federcaccia Liguria per mettere le istituzioni a conoscenza delle vere problematiche legate alla peste suina africana, per lanciare anche un messaggio al Governo a cambiare le regole, se si vuole risolvere il problema.

Richieste ben precise quelle arrivare sul piatto di al Sottosegretario all’Agricoltura sen. Patrizio La Pietra e dal Commissario Straordinario per la peste suina africana Vincenzo Caputo, ospiti più attesi della serata che si è svolta ad Acqui terme, in provincia di Alessandria: riconoscimento dal Governo e dalle Istituzioni regionali per l’operato dei cacciatori, apertura all’autoconsumo per i capi prelevati anche in zona infetta e possibilità di ampliare il periodo di prelievo in battuta dei cinghiali. L’obiettivo è stato quello di arrivare ad un cambio di passo per una situazione ferma, anche a livello lombardo, come ha denunciato poche settimane fa la stessa Federcaccia Lombardia, alla presenza nel corso della serata del Presidente nazionale Massimo Buconi. A rappresentare il mondo venatorio lombardo c’era il Presidente regionale di Federcaccia Lorenzo Bertacchi.

“Vengo da una Regione che ad oggi ha avuto a che fare con la Psa a Pavia e Milano -ha spiegato Bertacchi nel corso del convegno- . Parliamo delle zone dove possiamo andare a caccia e dove a livello nazionale si potrebbe fare prevenzione in maniera facile con un depopolamento efficace e non viene fatto. Oggi siamo al limite dello sforzo di caccia con le regole attuali: è inutile prevedere un piano di 27mila cinghiali se con un piano di 15mila ne abbiamo fatti 12mila. Se non cambiano le regole d’ingaggio semplici, quelle con cui andiamo a caccia, non possiamo fare di più. Possibile che in via di emergenza nazionale non si riesca ad allungare la braccata anche di un solo mese? In Lombardia cosi si avrebbe un aumento del 20% con un mese in più di caccia: se non facciamo questo non superiamo i 12mila cinghiali. A Bergamo abbiamo avuto l’esplosione demografica da quando la polizia provinciale ha interrotto le attività di controllo perchè aveva paura a coinvolgere i cacciatori: ora lo può fare per legge, ma aspettano i provvedimenti attuativi e dal 2018 non si fanno interventi nelle oasi di protezione, diventati “cinghialifici”! Un altro argomento riguarda la tipologia di caccia al cinghiale: braccata e selezione sono forme di caccia complementari, non possono escludersi l’una con l’altra. Il problema ci sarà anche in futuro, perchè i cinghiali torneranno e i cacciatori o non ci saranno più o saranno pochissimi per raggiunti limiti di età: questo è il frutto di un quarantennio di ideologia animalista nelle televisioni e nelle scuole” .

Nel corso della serata il Sottosegretario La Pietra si è assunto la responsabilità di spingere in sede governativa per allargare il periodo di caccia per le squadre di cinghialai e quello di chiarire in modo efficace la pratica dell’autoconsumo per la carne cacciata in area PSA pur nel rispetto di particolari condizioni che non facciano venire meno la sicurezza. L’impegno dei cacciatori nel contrastare la PSA è stato riconosciuto da tutti i rappresentanti istituzionali presenti, a partire dal Commissario, che ha ribadito come abbia sempre considerato il mondo venatorio un alleato imprescindibile alla lotta alla malattia. Ora però dalle parole bisogna passare ai fatti, sia nelle zone infette, e soprattutto in quelle dove non è ancora arrivato, facendo prevenzione, proprio grazie alla presenza dei cacciatori.

Non sono mancati i punti critici focalizzati e gli aspetti che incidono negativamente sullo sforzo di raggiungere un tasso di depopolamento significativo della specie cinghiale: da problemi logistici come la mancanza di centri di controllo, ad numero limitato di veterinari pubblici preposti alle analisi, ai punti di smaltimento delle spoglie, all’applicazione a macchia di leopardo sul territorio nazionale del piano di controllo e delle sue regole. Insieme al dottor Caputo e al senatore La Pietra il convegno ha riunito un parterre di relatori direttamente investiti a vario titolo e livello del compito di affrontare, arrestare e possibilmente eradicare la malattia. Erano presenti e sono intervenuti il Vice Presidente di Regione Piemonte con delega alla PSA Fabio Carosso, l’Assessore regionale piemontese all’agricoltura Marco Protopapa, l’Assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria Alessio Piana, gli onorevoli Francesco Bruzzone (Lega) e Antonella Forattini (PD), entrambi componenti della Commissione Agricoltura della Camera, il consigliere di Regione Piemonte Claudio Leone oltre ai Presidenti regionali di Federcaccia. “ Ritengo gli impegni presi dalla politica importantissimi per giungere alla soluzione di un problema che richiede assolutamente la necessità di fare squadra fra tutti gli attori interessati ha dichiarato il Presidente Buconi . Il quadro tracciato, le richieste avanzate e le risposte avute sono estremamente concrete. Considero questo convegno un passo importante nel confronto fra istituzioni, politica e mondo venatorio nell’individuazione di problemi e soluzioni legate alla peste suina”.

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