La risposta di Regione Lombardia dopo la lettera di biasimo al Cac Prealpi. “Sul cinghiale interevengano anche le Province”

Dopo le polemiche nate dalla nota di biasimo arrivata dall’Utr Bergamo al Comprensorio Alpino di caccia Prealpi Bergamasche, Regione Lombardia è intervenuta sulla questione cinghiali direttamente con l’Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi. Ancora una volta si è messo in risalto il ruolo del cacciatore nel combattere questa proliferazione degli ultimi anni, dando indicazioni importanti per questa attività nel nuovo anno.

“Esprimo gratitudine ai cacciatori per il loro impegno, rappresentano lo strumento principale di contenimento del cinghiale e delle specie invasive, come dimostrano i dati -spiega l’Assessore-. Si mettono spesso al servizio della pubblica amministrazione e della cittadinanza per arginare un problema che altrimenti, con le esigue risorse a disposizione delle istituzioni, sarebbe ingestibile”.

Ricordiamo che al Comitato di gestione del Comprensorio Prealpi bergamasche è giunta una nota di biasimo a firma dell’Utr Bergamo per il superamento del piano di prelievo del cinghiale autorizzato nella caccia collettiva in braccata: nell’unico comprensorio alpino di caccia in cui è aperta la forma della braccata in provincia di Bergamo si è superato il piano di prelievo di 95 cinghiali, per un totale di 895 animali abbattuti sugli 800 autorizzati. Le reazioni di Federcaccia ed Enalcaccia, le quali avevano chiesto di cacciare il cinghiale anche nel mese di gennaio dopo un novembre che ha visto le 12 squadre del Ca poco impegnate per colpa del maltempo, non fu accolta, proprio perchè alla fine del 2019 il piano si riuscì a raggiungere, ma mai si sarebbero aspettati una nota di biasimo vista la delicata situazione in tutta la provincia. Tra le richieste del mondo venatorio c’è anche quella di poter utilizzare i controllori a fianco della Polizia provinciale, cosa che non succede più per motivi burocratici dal 2018. La risposta della politica è chiara e netta e porta la firma dello stesso Rolfi.

“È necessaria la collaborazione di tutti i livelli istituzionali per affrontare in maniera strutturata nel tempo la gestione del cinghiale: per questo motivo sono nuovamente a chiedere alle province l’attuazione uniforme dei piani di controllo su tutto il territorio regionale, utilizzando i selecontrollori adeguatamente formati per essere più incisivi” annuncia l’assessore. “Il contenimento non può gravare solo sui cacciatori. I cinghiali spesso vanno a stanziarsi in aree urbane o in aree protette dove i cacciatori non possono intervenire, ma deve intervenire la Pubblica amministrazione. Il controllo avviene a macchia di leopardo solo dove si riscontra una adeguata sensibilità dei comandanti delle polizie provinciali. La norma è chiara, la legge regionale è vigente ed è ora che tutti la applichino senza distinguo”.

Regione Lombardia ha così anche predisposto il bilancio annuale, presentando i dati aggiornati di abbattimenti di cinghiali in regione: nel 2019 e fino al 10 gennaio 2020 sono stati abbattuti 7.823 esemplari. “Quest’anno gli abbattimenti dei cinghiali sono in forte aumento grazie alla caccia di selezione attivata dalla Regione Lombardia -spiega Rolfi-. Il 2020 sarà l’anno in cui questa pratica andrà a regime con i piani pluriennali insieme alla caccia collettiva; quindi assisteremo a un ulteriore incremento dei prelievi, per un’azione efficace è fondamentale effettuare censimenti puntuali e mettere in pratica correttamente i piani di prelievo”. Entriamo nel dettagglio degli abbattimenti dei cinghiali: a Bergamo si contano 247 capi abbattuti con piani di controllo, 48 con la caccia di selezione e 895 con quella collettiva per un totale di 1.190; a Brescia 15 capi abbattuti con piani di controllo, 211 con la caccia di selezione e 912 con quella collettiva per un totale di 1.138; a Como 150 sono stati i capi abbattuti con i piani di controllo, 1.642 con la caccia di selezione e 196 con quella collettiva per un totale di 1.988. Varese ha segnato 24 abbattimenti con i piani di controllo, 384 con la caccia di selezione e 630 con quella collettiva per un totale di 1038 unità; a Cremona sono stati 109 gli abbattimenti con piani di controllo mentre la caccia di selezione e di controllo non sono consentite. Lecco ha segnato 11 abbattimenti coi piani di controllo, 228 con la caccia selezione e 23 con quella collettiva per un totale di 262. A Milano 10 sono stati gli abbattimenti nel comune di San Colombano al Lambro, la caccia di selezione è in fase di avvio e non è consentita quella collettiva. Lodi ha registrato 4 abbattimenti coi piani di controllo e la caccia di selezione è iniziata solo nei giorni scorsi, mentre a Pavia i piani di controllo hanno portato all’abbattimento di 195 capi, la caccia di selezione di altri 351 e la caccia collettiva di ulteriori 1.185 per un totale di 1.731. Sondrio ha abbattuto 353 capi con i piani di controllo. Il totale della Lombardia è, quindi, di 1.118 capi abbattuti coi piani di controllo, 2.864 con la caccia di selezione e 3.841 con quella collettiva. Per un totale generale di 7.823 abbattimenti.

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