Raccolta firme di 11 cittadini per proposta referendum abrogativo art. 842 del codice civile

UN REFERENDUM PER ABROGARE l’842?

Pubblicata una nuova richiesta di raccolta firme, primo passo di un lungo iter per la presentazione di un referendum abrogativo. Questa volta si chiede l’abrogazione dell’Articolo 842 del codice civile

 Roma, 6 aprile 2021 – Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è stata ufficializzata la richiesta presentata da 11 cittadini di procedere alla promozione della raccolta di almeno 500.000 firme per poter procedere con la richiesta di un referendum abrogativo.

Il quesito che è stato depositato e che verrebbe sottoposto ai cittadini italiani se i proponenti raggiungeranno l’obbiettivo delle 500 mila firme valide e se superasse il vaglio dell’ammissibilità, mira all’abrogazione dell’art. 842 del codice civile, che stabilisce che “Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno”, ma anche la parte che consente giustamente al proprietario di vietare l’ingresso sulla sua proprietà di chiunque non sia autorizzato. Insomma, cacciatori fuori, ma chiunque altro libero di entrare a suo piacimento sulla proprietà privata altrui!

“Evidentemente, non vedendo raggiungibile l’obbiettivo che si erano prefissati tempo fa con la analoga procedura volta all’eliminazione dell’intera legge sulla caccia, gli anticaccia ci riprovano con un progetto meno ambizioso e secondo loro evidentemente più facile” ha dichiarato il Presidente di Federcaccia Massimo Buconi.

“Da parte nostra, oltre a vedere confermati i nostri forti dubbi sulla possibilità soprattutto in questo momento di raggiungere le firme necessarie, seguiremo con attenzione il procedere dell’iniziativa. Abbiamo già contattato parlamentari amici e i vertici delle associazioni agricole. Quello che questi gruppi di sprovveduti sempre all’inseguimento di una utopia anticaccia che stride col buon senso e la realtà, è che l’esercizio venatorio, che in Italia si articola attorno all’842, costituisce in primis per gli agricoltori, ovvero il 90% dei proprietari dei fondi di cui si sta parlando, un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, al bestiame e al controllo delle specie invasive.

Anche a questo ennesimo attacco, se si concretizzasse e resta tutto da dimostrare, sapremo rispondere come già avvenuto in passato” ha concluso il presidente nazionale Federcaccia.

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia

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