Peste suina africana: grave la situazione in Lombardia

Dopo la pausa estiva sono ripartiti gli appuntamenti con la rubrica di Caccia e Dintorni e dedicata a Federcaccia Lombardia. Con il Presidente Lorenzo Bertacchi, questa volta si è toccato un argomento come quello della peste suina africana, delicato e che interessa anche il mondo venatorio, che può sì diventare una vera risorsa per evitare un vero e proprio dramma per la filiera degli allevamenti di suini in tutta la Regione.

“La Psa è ufficialmente arrivata in Lombardia, precisamente nel pavese -spiega il Presidente di Federcaccia-. Il momento è già oltre l’emergenza: una delle misure di contrasto è il depopolamento di cinghiali, misura che riguarda le tutte le Regioni. E’ difficile raggiungere i 27mila cinghiali da abbattere )7 mila in collettiva, 10mila in selezione e 10mila in controllo) in Lombardia. Non basta alzare il carniere per aumentare gli abbattimenti e sono due anni che il limite di carniere è “fittizio”. Le conseguenze del mancato raggiungimento degli obiettivi sarebbero gravi, sia per la Regione che per i cacciatori. Di buono c’è il riconoscimento della funzione pubblica dei cacciatori: rischiamo di avere sovrapposizione di figure, come cacciatore, operatore faunistico abilitato il controllo e ora anche bioregolatore”.

“La Regione dovrebbe potenziare la caccia con un regolamento chiaro, efficace ed unico per tutto il territorio regionale per la selezione, aumentando di un mese il prelievo in braccata, prevedendo anche la girata tra le forme di caccia consentite anche nelle zone non idonee alla presenza del cinghiale e rendendo effettivo il controllo, imponendo il ricorso agli operatori abilitati e reintroducendo la braccata come forma di controllo nelle aree non idonee. Siamo già oltre l’emergenza e tutti devono fare la loro parte”.

 

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