Pillola Federcaccia: cresce la preoccupazione per l’invasione di ungulati. E Ispra che dirà?

Nella settimana appena trascorsa, diversi episodi legati alla fauna selvatica fuori controllo hanno riportato l’attenzione su un problema che si fa sempre più grave. Nel bergamasco, in Val Brembana, un giovane è rimasto vittima di un incidente stradale dopo aver urtato con la propria moto un cervo. A San Lorenzo di Rovetta, un gruppo di cinghiali ha invaso il paese, razzolando tra le case e i cassonetti della spazzatura. Sul Monte Alino, invece, alcune pecore sono state sbranate dai lupi.

Parallelamente, la discussione sulla gestione venatoria si fa sempre più accesa. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) continua a esprimere pareri controversi sui calendari venatori regionali. La Regione Marche, ad esempio, si è vista negare la preapertura alla caccia del colombaccio. Ciò che desta particolare perplessità è la scelta dello stesso ISPRA di autorizzare un piano di abbattimento del colombaccio dal 1° aprile al 15 settembre, ovvero in pieno periodo di nidificazione. Questa decisione appare incomprensibile, considerando che proprio in quei mesi i colombacci sono intenti a costruire il nido e a riprodursi.

La gestione di ISPRA viene sempre più criticata dalle associazioni venatorie. Federcaccia Nazionale ha recentemente emesso un duro comunicato nel quale sollecita un intervento della politica. Nel comunicato si chiede che ministeri e governo fissino criteri di lavoro chiari e coerenti, evitando che le decisioni possano essere influenzate da opinioni individuali. Il problema della fauna selvatica fuori controllo, unito alla percezione di una gestione venatoria priva di logica chiara e coerente, sta diventando un nodo centrale per l’opinione pubblica.

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